Michael Jackson, la Valle della morte(Web Romance di Bruna Alasia)

I problemi economici all’inizio del 2007 divennero per Michael Jackson una preoccupazione autentica e mai sperimentata, per la prima volta si rendeva conto che, senza danaro, qualcosa di importante può esserci negato: per lui, abituato a pagare suite d’albergo inutilizzate solo per averle a disposizione, ciò rappresentava la perdita di un lusso superfluo, inservibile e simile a un vizio, per questo necessario come il pane. Analisti economici stimavano tra il 2007 e il 2009 che il re del pop incassasse annualmente una cifra compresa tra i diciotto e i venti milioni di dollari, ma il suo tenore di vita era talmente fuori della norma che il bilancio restava sempre in rosso. Così iniziò ad accettare cose che detestava, quali il Platinum Vip Event: un party esclusivo a Tokyo, fatto di canzoni sue, pur se non volle esibirsi, in mezzo a trecento milionari cui concesse una stretta di mano e una foto. Trenta secondi per 3500 dollari a testa: per Michael solo una “diminuzio”. Iniziativa radicale sul fronte finanziario era stata la vendita del catalogo musicale ATV con il repertorio dei Beatles, che aveva fruttato 270 milioni di dollari. Nonché il contratto stipulato con la Two Seas Records, etichetta discografica dello sceicco Abdulla Hamad al Khalifa, che aveva lasciato in sospeso nel Bahrain. Stando a quanto firmato la pop star avrebbe dovuto consegnare al sultano arabo un album nel giro di un anno ma, tornato a casa, aveva scritto canzoni con Will.I.Am dei Black Eyed Peas e si era dedicato alla preparazione del 25° anniversario di “Thriller”. Il Baharain avrebbe voluto scrollarselo di dosso, temporeggiava e rimandava, diceva sì e pensava il contrario. Nel febbraio del 2008 uscì un cofanetto con l’LP che lo aveva reso celebre in tutto il mondo, una versione speciale composta di DVD e CD. Il DVD conteneva i video di “Thriller”, “Beat it” e l’esibizione di Michael alla Motown 25, primo moonwalk a tempo di Billie Jean. Il CD comprendeva le canzoni originali, cinque remix con interpreti emergenti e il brano inedito “For all time”. Questo album, considerato fondamentale per la musica e la cultura, è stato inserito nell’archivio americano che preserva opere storicamente importanti, il Library of Congress National Recording Registry. Stava andando verso il cinquantesimo compleanno e Michael, che amava l’alba della vita nei più piccoli, si sentiva ormai vecchio: era perennemente stanco, aveva dolori di schiena cronici, la droga lo consumava, ascoltando la sua voce argentina i fan mai avrebbero sospettato che fosse vicino alla morte. Da tempo si era stabilito a Las Vegas da dove conduceva trattative per la vendita di Neverland. Sua madre, sapendolo su un precipizio di farmaci e depressione, gli telefonava spesso cercando inutilmente di placare la propria angoscia. Appena saputo che suo figlio avrebbe nuovamente cambiato casa per andare a Paheump, luogo che lei considerava sperduto, Katherine decise di raggiungerlo per rendersi conto di quale villa meditava di acquistare in quel centro di venticinquemila abitanti, non lontano dal deserto del Nevada, a tre quarti d’ora d’automobile da Las Vegas. Un mattino lei e Michael partirono con nipotini, autista e bambinaia, verso quello che era uno dei luoghi più caldi del pianeta, la Death Valley o Valle della Morte: deserto endoreico che tutti hanno visto nei film – famoso quello di Antonioni, che trae nome dalla località più riarsa “Zabriskie point” - inconfondibile per la strada solitaria tra montagne brulle e rocciose, dove un tempo i cercatori d’oro perdevano la vita. Vi si arriva prendendo, dopo Pahrump, l’autostrada 190 che va al cuore dei 222 chilometri di desolato silenzio tra California e Nevada. A Pahrump si lasciarono alle spalle l’indicazione della leggendaria Death Valley e la limousine nera infilò il centro abitato, tranquillo, insignificante, che osservarono disorientati. Prince d’un tratto chiese a suo padre: Sei mai stato nella Valle della Morte? Di passaggio… Ci andiamo? Che vi importa? Ci sono montagne e sabbia … Tu hai paura della morte? Come tutti… - Michael si voltò stupito - ma che domande fai?! I bambini scoppiarono a ridere, elettrizzati di trovarsi in quella sperduta provincia, dove daddy voleva trasferirsi perché isolata e più economica di Las Vegas. Com’era lontano il Luna Park di Neverland che a tratti credettero di intravedere dietro le mura delle ville più lussuose: un miraggio dovuto alla nostalgia. *** La casa di Pahrump non era l’approdo che Michael sognava, ma ad ogni comune mortale quel ranch sulla Wilson Road appartenuto ad uno dei primi proprietari dei Casinò di Las Vegas, Leste Binion, unico luogo in cui crescevano gli alberi in mezzo a uno scenario torrido, sarebbe apparso un dono del buon Dio. Jacko ebbe piuttosto la percezione di essere diventato un pendolare qualunque tra la periferia del deserto rosso e la capitale del gioco d’azzardo. A Las Vegas si sarebbe esibito quotidianamente all'Hotel Hilton, dove i turisti avrebbero potuto vedere da vicino il loro idolo e scattare foto-ricordo con la formula all-inclusive. Era toccato anche ad altre grandi star, ma per il re del pop, assurto alla gloria quasi in fasce, restava una caduta di stile. Il ranch di Pahrump era la tappa obbligata che gli avrebbe permesso di risparmiare e pagare i colossali debiti indotti dai guai giudiziari. Il quieto borgo del Nevada, con le sue strade ordinate, dritte, le casette tutte uguali, non fu scosso dall’arrivo dell’ illustre cittadino. L’addetta a una pompa di benzina il giorno che la limousine dai vetri oscurati, dietro i quali si intuiva la pop star, si fermò per fare rifornimento, pensò: “A Pahrump Michael Jackson non potrà riempirsi la casa di mocciosi… l’età media qui è sessant’anni”. Il nuovo trasloco elettrizzò i figli di Michael, cercarono ciascuno il posto più adatto e gli angoli segreti, galvanizzati dalla novità. Appena arrivati cenarono insieme alla nonna, consumando con eccitazione un intero secchiello di gelato, nella grande cucina dalla quale si intravedevano una fila di stanze ingombre di bauli: Michael non mangi con noi? – chiese Katherine al figlio passato a prendersi un bicchier d’acqua. Non ho fame – rispose lui - ci saranno 45 gradi! Daddy a quanto sale la temperatura nella Valle della Morte? – gli chiese Prince Ti sei fissato? A quanto? – insistette sua sorella Forse cinquanta… Mangia qualcosa - gli ripeté la madre. Sono esausto, vado a dormire. Kathrine lo raggiunse in camera da letto. Era ansiosa di restare con lui per parlargli. Lo trovò steso tra le lenzuola, madido di un sudore non dovuto al caldo ma all’effetto della dipendenza mortale dai farmaci. Michael – Kathrine gli passò amorevolmente una mano sulla fronte – a volte ho paura che tu mi nasconda la verità… Cosa vuoi sapere mamma? Mi sembri tanto stanco… Sto benissimo… a Parhump c’è gente discreta, che si fa gli affari suoi… la provincia mi proteggerà dalle rotture di scatole... farò iniziare subito la ristrutturazione del ranch, per prima cosa una sala di registrazione… c’è il progetto di un album con Akon, una tournée nel 2009… cosa dovrei volere di più? Vivere il più a lungo possibile. Mica sto morendo! Quanto sei lagnosa e catastrofica! Sono solo esausto, a volte mi sembra di avere ottant’anni… Sei un ragazzo… Ho vissuto due vite… la morte nemmeno mi spaventa più… A luglio 2008 il popolare giornale tedesco “Bild” pubblicò un servizio su Michael Jackson con alcune foto sconvolgenti scattate a Pahrump: si vedeva il re del pop su una carrozzella, spinto da una guardia del corpo, in pigiama e pantofole ai piedi, in testa un cappellino da baseball sopra il cappuccio di una felpa, sul volto una mascherina da sala operatoria e un paio di occhiali neri. Non più una star, ma un uomo ancor giovane seppure più disgraziato di altri, che andava verso la morte. “Bild” parlava del suo mal di schiena cronico, di una lesione al fegato, della pelle delle mani che si squamava. Appariva chiara, intorno a Michael Jackson, la presenza misteriosa della signora con la falce, inesorabile e imparziale come una dea bendata. (https://www.dazebaonews.it/cultura/musica/michael-jackson-una-fiaba-nera/8662-michael-jackson-la-valle-della-morte-%E2%80%93-racconto-trentaseiesimo.html)

20 commenti:

  1. Pubblico un estratto di questo interessante web racconto che ho letto un sacco di volte.Secondo me piacerà molto alla zietta.

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    1. Caro nipote, stavolta hai proprio toppato: alla zietta non piace per niente questo "racconto": basta con questi premi nobel per la letteratura che spuntano come funghi.
      Non avevo realizzato subito che fosse una fiction di terza categoria, così mi son chiesta come mai questa notiziona di MJ che si era comprato casa nella Dead Valley non l'avevo mai letta da nessuna parte e soprattutto come fosse potuta sfuggire a quel gran volpone di Sullivan...
      Comunque adesso andrò sul link che hai lasciato e poi, per l'occasione, diventerò una critica letteraria spietata, e comunque io non dò mai premi nobel, al massimo qualche premio bancarella o premio Viareggio a quelli che non fanno errori di grammatica di sintassi o altro

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    2. Oh,..chiedo venia allora con questo:
      https://www.pinterest.it/pin/208854501462493953/

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    3. Oh! mister coscia lunga...non sarà per caso quella sera che andò con la Tatum al party nella villa del vecchio editore di Playboy?

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    4. Non penso zietta.Questa foto è del 83 se non sbaglio.

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  2. Allego qui il link con tutti gli altri racconti.
    https://dazebaonews.it/cultura/musica/michael-jackson-una-fiaba-nera-web-romance

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  3. WANNA BE STARTIN' SOMETHIN' 🔥
    IL PONTE DI MICHAEL TRA AFRICA E USA

    In questo giorno di 41 anni fa, 8 maggio 1983, la strepitosa 'Wanna Be Startin' Somethin'' di Michael Jackson veniva pubblicata in tutto il mondo.

    Quarto singolo estratto dal leggendario 'Thriller', con i suoi sei minuti di esercizio frenetico dalla sfrontata eccentricità, è l'inizio giusto per l'LP di maggior successo di sempre.

    Scritta e composta dal Re del Pop mentre era ancora impegnato con le sessioni di registrazione per 'Off the Wall', il cantante decise saggiamente di tenerla per 'Thriller', all'interno del quale sembra più a casa, sia dal punto di vista sonoro che del testo.
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    🔥 LA COMPOSIZIONE DEL BRANO 🔥

    Il brano parte con tre colpi di batteria sintetica, seguiti da una serie di motivetti, ritmi e controritmi.
    Quando la canzone decolla, i suoni sembrano rimbalzare l'uno sull'altro come in un flipper, con le tastiere, i rullanti e i fiati a integrare la voce stratificata di Jackson.

    L'arrangiamento, però, è tutto tranne che suoni messi lì a caso: è una sinfonia ritmica fatta di sapienti sovrapposizioni, che costituisce un ponte tra gli stili musicali africani e quelli occidentali.
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    🔥 L'ORGOGLIO DI ESSERE NERO 🔥

    Il testo fa pensare al crescente senso di disagio e ansia di Jackson nei confronti del mondo, al suo isolamento, alla difficoltà di trovare una via d'uscita.

    Il ritornello swahili «ma ma se, ma ma sa, ma ma ma coo sa», preso in prestito dal sassofonista camerunense Manu Dibango, contribuì a conferire alla canzone un sapore intercontinentale, dimostrando anche l'orgoglio di Jackson per le sue radici africane.

    È la sua risposta a tutti coloro che pensano di leggere nei suoi continui cambiamenti facciali un odio per la propria etnia.

    Dopo aver raggiunto il 5° posto della prestigiosa Billboard Hot 100, dal Victory Tour in poi 'Wanna Be Startin' Somethin'' ha sempre fatto parte delle scalette dei concerti di Jackson.

    Rimane oggi uno dei suoi pezzi più popolari e acclamati dalla critica.

    - Da "Man in the Music - La vita creativa di Michael Jackson", di Joseph Vogel.

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    1. Io credo veramente che WBSS sia una delle sue song più belle nonostante il testo criptico, incasinato, scritto per essere cantato ma non capito del tutto da chi l'ascolta.
      Va be', lui si capisce da solo

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    2. Christopher Connelly della rivista musicale Rolling Stone descrisse la canzone come la traccia «più combattiva e iperattiva» e in stile disco dell'album, lodando particolarmente le sonorità e il ritmo, che mostrano la parte più energica di Jackson, aggiungendo che il cantante aveva la capacità di rendere un pezzo, apparentemente grezzo nel testo, un vero e proprio capolavoro ma aggiungendo anche che «le emozioni sono così crude che la canzone va quasi fuori controllo».[10]

      Stephen Thomas Erlewine di AllMusic ebbe pareri contrastanti riguardo la canzone, definendola «delirante» ma allo stesso tempo «una delle due migliori canzoni dell'album» insieme a Billie Jean: la descrisse anche come un indispensabile «tocco di freschezza funk al disco», ma anche come «la traccia più claustrofobica e spaventosa che Jackson abbia mai registrato».[11]

      Un critico di Newsweek ne parlò nel 1983 come di «un tumulto carnevalesco di percussioni, sei minuti di frenesia musicale».[12]

      Nella sua retrospettiva per i 25 anni dell'album, il critico Joseph Vogel la descrisse così: «Non era disco. Non era funk. Non era R&B. Non era new wave. Era qualcosa di nuovo: una canzone che conteneva i ceppi di ciascuno di questi stili e altro ancora; una canzone così selvaggia ed energica [...] imprevedibilmente culminante in un trionfante canto swahili. Questo era il suono di una nuova rinascita pop. Non aveva confini. Era un carnevale sonoro, che catturava perfettamente la diversità, la fusione e la velocità di una nuova era».[13]
      https://it.wikipedia.org/wiki/Wanna_Be_Startin%27_Somethin%27

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    3. SI, sono d'accordo con tutti i signori qui sopra e con i loro pareri, sia quelli contrastanti che quelli chiari, lineari e univoci.
      WBSS è una canzone unica che riassume a volo d'uccello tutto quel che Michael era.

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  4. Ooohhh! questo si che è un post degno di essere commentato.
    Adoro WBSS e penso che sia una delle songs più belle del Jackson, però sul fatto che lui abbia "preso in prestito" il pezzo "Ma ma se ma ma sa mu ma coo sa" di Manu Dibango dissento: pare che il pezzo sia stato usato da MJ all'insaputa dell'autore, e dopo qualche anno, concesso da lui stesso in sub-appalto alla bella Rihanna che lo usò per la sua canzone del 2007, Don't stop the music.
    Alla fine i due furbacchioni furono denunciati dal legittimo proprietario che ottenne un lauto rimborso dall'uno e dall'altra...
    Sempre grande Jackson, sei più unico che raro, COME non amarti?

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  5. Mi sembra strano che Vogel, parlando di WBSS, non abbia raccontato la storia del doppio plagio: Vogel che, a detta di tanti ha scritto questo libro stimato come uno dei più esaurienti e completi sul lavoro di MJ. l'Ammin. delegato l'ha letto?....
    ...Amministratore, che fine ha fatto?

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    1. Purtroppo non ancora.Al momento il suo libro su MJ è disponibile solo in inglese su Amazon.So che è molto dettagliato e accurato.Ogni tanto il fansquare pubblica degli estratti sotto a dei post.

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  6. Ho letto su wikipedia.A quanto pare Manu Dibango ha percepito dalle rispettive case discografiche di MJ e Rihanna ben 500.000 dollari a testa per il doppio plagio!..

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    1. Lo vedi che la zietta sape tutt'e cose?
      Comunque, col senno di poi, ha fatto benissimo Michael a "prendere in prestito" il pezzo di Dibango: nella sua song ci sta come il cacio sui maccheroni e poi si sa che tutto quel che toccava il Jackson diventava oro: proviamo a pensare che destino avrebbe avuto quel pezzo in swahili se non fosse stato messo nella canzone di Michael, LA QUALE canzone è finita poi sul best selling album of all time...
      Gentile signor Manu Dibango, forse avrebbe dovuto pagarlo lei il Jackson...o no?

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  7. A proposito di libri, ne ho mandato a prendere uno di fresco, scritto da un giornalista di Rolling Stone, tale Steve Knopper, naturalmente in inglese.
    Il liro si chiama MJ: the genius of Michael Jackson, pare che parli più che altro del suo talento musicale, l'unica cosa che mi dispiace è che è stato scritto dopo il 2009 e questo potrebbe collocarlo nella "bacheca del disonore" insieme a tanti altri libretti scritti per fare cassa, in un momento in cui tutti parlavano di lui. Ok, vedremo.
    Io naturalmente l'ho preso usato a 6euro, così, se dovesse essere una bufala non ci avrò rimesso troppo: Zio Paperone docet.

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    1. Zietta lo hai ordinato su Amazon?Mai sentito parlare di questo libro.

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    2. Si, su Amazon. Se mi ricordo bene, ho trovato questo titolo su un post di Rachel.

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