“Lasciate l’ego alla porta”: We Are The World e la notte che quarant’anni fa ha segnato la storia della musica

Una sola notte per provare, registrare, incidere un inno senza tempo. Parlare alle anime della gente e ricordare che il noi, sull’io, vince sempre. “We Are The World” è stata soprattutto questo: un esempio. Una lezione di umiltà, condivisione, immedesimazione nell’altro. 45 stelle della musica statunitense si sono unite e hanno cantato insieme un brano non loro, a condizioni non loro. “Check your ego at the door” fu la richiesta di Quincy Jones (produttore della canzone) a coloro che il 28 gennaio 1985, in gran segreto, entrarono negli A&M Studios di Los Angeles. “Lasciate l’ego alla porta” fu indispensabile. Quarant’anni dopo, il capolavoro di USA for Africa ha generato più di 160 milioni di dollari, utilizzati per sostenere cause umanitarie. Lo conoscono tutti e lo cantano tutti. Arrivare alla realizzazione del brano, però, non fu semplice. La proposta, ispirata da “Do They Know It’s Christmas” del collettivo britannico Band Aid, guidato da Bob Geldof, venne dal cantante e attivista Harry Belafonte. L’idea era creare un singolo originale e potente e, attraverso il ricavato delle vendite, aiutare la popolazione africana – in particolare etiope – che soffriva la fame. Belafonte ne parlò a Ken Kragen, suo amico, celebre manager e istituzione del music business dell’epoca, e insieme coinvolsero Lionel Richie. A quel punto, i tre avevano in rubrica il meglio della musica statunitense. E pochi potevano dire loro di no. A scrivere testo e musica insieme a Richie fu chiamato Michael Jackson, alla produzione Quincy Jones, reduce dal successo di “Thriller”(ancora oggi il disco più venduto della storia). Scacco matto. In pochi giorni nacquero canzone e strumentale. lla chiamata di Jackson & Co risposero tutti i grandi: Bob Dylan, Stevie Wonder, Ray Charles, Tina Turner, Bruce Springsteen (che arrivò nella città degli angeli direttamente dall’ultima data del suo tour), Paul Simon, Billy Joel, Cyndi Lauper, Diana Ross, Dionne Warwick, James Ingram, Al Jarreau, Daryl Hall, Huey Lewis e Kim Carnes. A loro, furono inviate delle cassette con il brano in modo che vi familiarizzassero, con la raccomandazione di mantenere riservata l’iniziativa. Uno dei maggiori problemi della registrazione fu la logistica. La scelta cadde sulla notte degli American Music Awards, presentata da Richie e l’unica che avrebbe riunito tutti a Los Angeles. Dopo la cerimonia, le 45 star si ritrovarono in studio. Poche ore per trovare sintonia, provare e riprovare la canzone, cantare le parti da solisti disposti insieme a ferro di cavallo e, al contempo, girare il videoclip. Ma soprattutto mettere d’accordo tante teste: ognuna diversa, propositiva, geniale. L’unico a mancare all’appello, anche se invitato, fu Prince, che pretendeva di registrare un assolo in solitaria. Ma il singolo aveva un messaggio preciso e infrangibile. Direttore delle operazioni per la nottata fu un pazientissimo Quincy Jones, pronto a incastrare paletti e imporre divieti dove necessario e a smorzare con ironia i picchi di tensione. Gestire 45 artisti di grande fama fu il suo miracolo. Collante indispensabile per il progetto nella folla di primedonne, invece, fu Lionel Richie. Alla fine, la magia, il pop e la nobile causa del progetto catturarono tutte le star. Anche chi era un po’ più lontano dal genere come Springsteen, che arricchì il ritornello con la sua voce graffiante, e ancora di più un incerto Bob Dylan (come si vede nel documentario di Netflix “La notte che ha cambiato il pop”), non molto a proprio agio con le linee melodiche del brano. Aiutato da Stevie Wonder, però, il cantautore Nobel per la Letteratura registrò la sua parte perfettamente. Fu una notte unica, quella del 28 gennaio 1985. Irripetibile. Per tempi e organizzazione. E perché nella stessa stanza si riunì l’Olimpo della musica a stelle e strisce. “We Are The World” uscì il 7 marzo 1985 e, il primo weekend dopo la pubblicazione, superò il milione di copie vendute. Nel 1986 fece incetta di premi e vinse anche quattro Grammy, tra cui il premio di Registrazione dell’anno e di Canzone dell’an Oggi l’inno di USA for Africa compie 40 anni, primo anniversario senza Quincy Jones, tra i promotori del progetto e scomparso a 91 anni lo scorso 3 novembre. È trascorso parecchio tempo dalla registrazione, ma il messaggio del brano è più che mai attuale. Perché quel ‘noi’, ripetuto insistentemente in coro, è un messaggio intramontabile di empatia e solidarietà. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/01/28/we-are-the-world-storia-musica-40-anni/7854855/4/

18 commenti:

  1. Su richiesta della zietta ecco un bel post per celebrare i 40 anni di "We are the world".

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    1. Grazie gentile Amministratore Delegato, quella sera è stata uno dei punti salienti della storia e della carriera di Michael Jackson, una delle canzoni per cui sarà ricordato per sempre, insieme a Lionel Richie, a Quincy Jones e a tutti gli altri che fecero parte del gruppo.
      Certo ci furono dei "grandi assenti" ma tant'è...
      Quella sera la mettiamo insieme a Motown 25 e all'audizione del '68 negli studi di Barry Gordy a Detroit, dove un ragazzetto fantastico segnò il suo destino insieme ai suoi fratelli.

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    2. Uno su tutti Prince !(e anche Miss Ciccone).

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  2. Ps credo che all'epoca (sempre grazie a mia madre)fu la terza canzone che conobbi del Jackson dopo "Billie Jean"e "Thriller".

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    1. Ottima come terza!
      Ieri sera mi è capitata sugli short di You tube: il video della registrazione dell'assolo di MJ è uno dei suoi video più belli: lui con quel gacchetto favoloso, i jeans, i mocassini e poi quel sorriso, e quella voce...

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  3. 57 ANNI DI LISA MARIE PRESLEY 🌹
    «L'HO AMATO MOLTO, VOLEVO SALVARLO»
    «Lui sapeva.
    Anni fa, Michael e io stavamo parlando...
    Non ricordo esattamente l'argomento, forse mi aveva fatto delle domande sulle circostanze precise della morte di mio padre.
    Ad un certo punto si ammutolì, mi guardò fissa e, con una certezza quasi calma, disse:
    "Ho paura di finire come lui, nello stesso modo".
    Cercai immediatamente di distoglierlo da questa idea, e lui a quel punto si strinse semplicemente nelle spalle e annuì, come per farmi capire che sapeva, e che non ci fosse altro da aggiungere.
    Una fine predetta da lui, dai suoi cari e da me, ma ciò che non avevo previsto è il dolore che provo ora che è accaduto.
    La nostra storia non era "una finzione", com'è stato riportato dai giornali. Era sì una relazione fuori dal comune, in cui due persone fuori dal comune, che non hanno mai vissuto una "vita normale", avevano trovato un legame, forse in tempi considerati "un po' sospetti".
    Nonostante questo, credo che mi abbia amata tanto quanto avrebbe potuto amarmi qualsiasi altra persona, e io l'ho amato molto.
    Volevo "salvarlo". Volevo salvarlo dall'inevitabile che è appena accaduto.
    E cercando di salvarlo, ho quasi perso me stessa.
    Lui aveva un'incredibile forza dinamica, un potere che non doveva essere sottovalutato. Quando la usava per qualcosa di buono era fantastico, ma quando la usava per qualcosa di male era doloroso, molto doloroso.
    Mi sono ammalata ed ero emotivamente e spiritualmente esausta per aver tentato di salvarlo da alcuni comportamenti autodistruttivi, dagli orribili vampiri e dalle sanguisughe che riusciva sempre ad attrarre intorno a sé.
    Provando, mi resi conto che era troppo difficile per me. Dovevo prendermi cura dei miei figli. Dovevo prendere una decisione.
    La mia decisione più difficile fu andar via e lasciare che il destino avesse la meglio, anche se lo amavo disperatamente.
    Dopo il divorzio, ho trascorso molti anni ossessionata da lui, piena di rimpianti, chiedendomi cosa avrei potuto fare di diverso. Poi ho trascorso altri anni arrabbiata. E ad un certo punto sono diventata totalmente indifferente. Fino ad oggi.
    Oggi mi ritrovo seduta qui, sopraffatta dalla tristezza, dai pensieri e dalla confusione per quello che è stato il mio più grande fallimento.
    Spero disperatamente che adesso possa liberarsi dal dolore, dalle pressioni e dai tumulti. Merita di essere libero da tutto questo, e spero si trovi in un luogo migliore, o che lo raggiunga presto.
    Il mondo è sotto shock, ma in qualche modo lui sapeva esattamente, meglio di chiunque, come il suo destino si sarebbe realizzato, un giorno o l'altro. E aveva ragione».
    __________________________
    Così Lisa Marie Presley, nata il 1° febbraio 1968 a Memphis (Tennessee), commentava la scomparsa del suo ex-marito Michael Jackson in un post su Myspace di fine giugno 2009.
    Oggi avrebbe compiuto 57 anni.
    Ma il 12 gennaio 2023, quello stesso destino di cui lei parlava in queste righe ha deciso di ricongiungerli al di là di ogni spazio e tempo.

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  4. A proposito della sòra Presley, quando uscirà ilsuo libro scritto dalla figlia (Nobel per la letteratura) con il secondo capitolo dedicato a Mimì?
    ...o è già uscito?
    Amministratore, mi risponda!!!

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    1. Zietta è uscito l'anno scorso.
      https://amzn.eu/d/8SkSD0i

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    2. Mi correggo:precisamente il 14 Gennaio di quest'anno!

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    3. Come si può fare a leggere il seondo capitolo senza comprare il libro?

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  5. https://cinema.everyeye.it/notizie/michael-jackson-rischio-rinvio-2026-rumor-tremare-fan-re-pop-777008.html

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    1. Si, va be', secondo me andrà a finire a tarallucci e vino tutto quanto: già prima d'iniziare quest'avventura c'è stato chi ha messo in dubbio di poter arrivare ad una conclusione serena della storia. Il fatto è che Michael non si può raccontare come una qualunque Star, è tutto molto complesso, è tutto più difficile. Purtroppo.

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  6. Michael, io non posso fare altro che mandarti una bellissima song:
    Cigarette after sex - Heavenly
    Te l'avevo già mandata? Ok, te la mando un'altra volta.

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  7. Michael, amore, che ci fai qui sotto solo come un cane randagio?
    Ma si, hai ragione, come cane è meglio essere randagi che prigionieroi di cucce imbottite e barattoli di mangime comprati al supermercato, ok.
    Ti ricordi Jim Morrison al distributore di benzina che si accende la sigaretta con un Minerva? e hai visto la sua maglietta con il disegno psichedelico fatto in casa con la candeggina? secondo me l'aveva rimediata in qualche discarica...veramente una maglietta così ce l'avevo anch'io, e anch'io accendevo le Muratti con i Minerva.
    E te ce l'avevi la maglietta col disegno psichedelico fatto in casa?
    Se si, dimmi di che colore era.
    Lo sapevi che Ray Manzarek suonava il basso su una tastiera con la mano sinistra e contemporaneamente l'organo con la destra?
    Non lo sapevi? Va be' mi tocca insegnarti tutto!
    Michael l'hai ricevuta qualche Valentina? no? mi dispiace, comunque non sei solo, non ho ricevuto nulla neanch'io...ti può consolare una bella song per stanotte? si.

    The Doors - Riders on the storm.

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