25 GIUGNO:ci manchi Michael!
"Black Or White, con quel riff di chitarra... Questo è stato il mio primo contatto con Michael Jackson .
Una voce diversa da tutte, un ritmo interiore, una potenza pop, una forza mista a dolcezza fuori dal comune.
Ho comprato l'album più famoso, Thriller. Poi sono andato a cercarlo in Rete. Per me è stata un'epifania. Impossibile spiegare l'effetto che hanno avuto su di me quei video, quei brani. Vocalità di un angelo, passi sospesi, leggeri, perfetti. Divertente, emozionante. C'era in lui qualcosa di più, ero di fronte a un artista a tutto tondo, a una sensibilità delicata, misteriosa.
Questa sua voglia di brillare così, semplicemente, questa capacità di mettersi in gioco, di trasformarsi in zombie, Peter Pan, sex symbol, ballerino, tutto mi incantava e mi incanta in lui.
E ancora, mi incanta e mi incuriosisce il tormento interiore che non gli ha mai dato pace, questo essere uno degli idoli pop più amati del pianeta e, per contrasto, non amarsi mai abbastanza, non piacersi mai, sempre alla ricerca di qualcosa di irraggiungibile.
Lui era il Re. Ma ciò che mi colpisce davvero è che per me Michael Jackson, icona eterna e immortale, per sempre splendente nel mondo del pop, non ha mai vissuto davvero. Lo vedo sempre circondato da un'aura di dolore. Solo. Incapace di essere qualcosa di terreno, di sporcarsi di vita vera. È proprio ciò che era, questa sua imperfezione, a renderlo così grande ai miei occhi.
E viene criticato ancora, in vita come in morte. Sfido tutti questi critici severi a dire, guardandomi negli occhi, che non conoscono a memoria la melodia di Heal the World. Scommetto che quando sono in auto da soli e in programmazione arriva Billie Jean, la mano non riesce a star ferma e insegue quel battito micidiale, che non perdona nella sua perfezione.
Ecco. Potrei parlare di You Are Not Alone cantato con gli amici in completa pace dell'anima, di notte, di ritorno da una gita, assaporando nota per nota. Di come mi diverto con la band a rifare They Don't Care About Us. O di come batteva il mio cuore quando nella prima puntata di X Factor ho intonato la prima frase di Man In the Mirror cercando di portare il rispetto dovuto a questo Artista e alle sue canzoni. Ma come lo chiudo questo discorso?
Semplice: ammettendo, commosso, la mia fortuna. Perché ho calpestato il suolo della Terra contemporaneamente a lui, perché siamo stati sotto lo stesso cielo, illuminati dalle stesse stelle."
Marco Mengoni,intervista del 2010.
(https://web.archive.org/web/20131010203755/http://www.style.it/vanitypeople/show/musica/2010/6/25/michael-jackson-il-ricordo-di-marco-mengoni.aspx)
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https://www.iodonna.it/personaggi/star-internazionali/2025/06/25/michael-jackson16-anni-fa-moriva-re-pop/
RispondiEliminaEsattamente 16 anni fa, la musica si è fermata.
RispondiEliminaIl 25 giugno 2009, Michael Jackson ha salutato il mondo - quel mondo che con tutte le sue forze avrebbe desiderato rendere un posto migliore - lasciando per sempre incompiuto «l'evento di una vita», quel «sogno che avrebbe voluto condividere con tutti» come suo ultimo regalo.
E da quel giorno, ci siamo sentiti un po' "orfani".
Orfani della sua arte, della sua umanità, della sua fragilità, semplicemente della sua presenza.
Ma il ricordo è di per sé legato a tutto ciò - attimi, luoghi, cose, persone - che non sia più con noi.
Invece tu, Michael, CI SEI.
Sei sempre qui, con noi e tra noi, e ci resterai.
Ancora oggi, 25 giugno 2025, dopo 16 anni...
«Just call my name, and I'll be there».
Saremo in eterno grati alla storia per averci permesso di incontrare sulla nostra strada un artista capace di influenzare, emozionare e unire milioni di persone come nessun altro, al di là di qualunque barriera razziale, culturale ed etica.
Un artista, certo, ma soprattutto un uomo.
La tua vicenda umana è ormai diventata la nostra; il tuo incoraggiamento a sognare, ad osare sempre e comunque oltrepassando ogni limite, a tendere la nostra mano verso chi si trovi in difficoltà, è diventato il faro della nostra vita.
«Never Can Say Goodbye», Michael.
Il vero Amore vive in eterno, nulla può la morte contro di lui. Tu, e noi, ne siamo la prova.
E sì, tutto ciò che hai vissuto ha avuto senso. 🌹
DOVEVA MORIRE PER SPLENDERE?» 💣
RispondiElimina«Con la morte di Michael Jackson non abbiamo perso solo un amico, ma anche un essere umano sensibile e meraviglioso.
Michael era dotato di una voce fantastica, e le generazioni a venire canteranno ancora le sue canzoni.
Da questa tragedia dovremmo imparare a dare il giusto valore alle persone quando sono ancora in vita.
Se soltanto una piccola parte di tutti i complimenti indirizzati a Michael oggi - in occasione della sua morte - gli fossero stati rivolti durante il suo ultimo anno di vita, magari ora sarebbe ancora tra noi.
Questa è la verità, nuda e cruda.
L'unica consolazione è che, da questo momento, Michael splenderà per sempre nella grandezza della sua eredità».
- Robin Gibb, cantante dei Bee Gees, 28 giugno 2009"
Immagino la zietta che leggendo questi estratti penser°:"Ma mio mipote pubblica ogni anno la stessa dichiarazione di Robin Gibb'"Zietta purtroppo mi piacciono un sacco i BeeGees,se non si fosse capito!..
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